Nel cortile del palazzo dove abita Greta c'è un ospite di riguardo. E' Gino il gatto Canterino, famoso per le sue miagolate strappalacrime che usa per ottenere attenzione, cibo e coccole. E' un vero gatto da strada, a giudicare dalle ferite di battaglia che presenta sul corpo, ed è giunto da non si sa dove qualche anno fa.
Avendo capito che i genitori di Greta sono molto generosi con i trovatelli, ogni tanto si porta dietro qualche amico, ed è come se lo invitasse al ristorante. Spesso succede che i nuovi ospiti facciano ritorno per qualche giorno di seguito, dimostrando così di apprezzare i croccantini generosamente elargiti, ma a volte capita che Greta li terrorizzi con le sue esplosive manifestazioni di affetto e li faccia scappare.
L'anno scorso, per un certo periodo, Gino era venuto in compagnia di altri due gatti per i quali Greta aveva cercato di trovare dei nomi appropriati.
Per uno scelse il nome di Angelino perché era simpatico e di buone maniere, ma per l'altro si rese conto che forse aveva qualcosa di particolare che doveva essere meglio individuato.
Era un gatto giovane, forse domestico ma in trasferta per cercare una fidanzata, ed aveva l'aria un po' spocchiosa dei giovani alla moda che si mettono in mostra e che fanno i “fichetti”, che magari non vanno in palestra perché sono pigri, ma che si fanno la lampada, i colpi di sole e il taglio trendy.
Era successo che una sera, quando Greta e i suoi si erano ritirati per andare a dormire, quel gatto appena arrivato aveva cominciato a guardare con un certo interesse le lucciole.
Era giugno inoltrato e nel cortile avevano fatto la loro comparsa quei puntini luminosi e leggeri che volano lenti arrivando dall'orto dietro al palazzo. Greta li aveva osservati a lungo, incantata dalla loro luce intermittente, ed era anche riuscita a farsene posare una sulla mano che aveva teso verso di loro trattenendo il fiato. Le piaceva molto come comparivano e sparivano volando dietro le foglie della siepe, ogni tanto le perdeva di vista o ne ritrovava due dove prima ne vedeva solo una. Per Greta le lucciole sono proprio magiche!
Anche il gatto, dunque, le aveva notate ed era molto invidioso del loro fascino e forse decise di copiarle.
Il giorno dopo, studiando sempre sul nome da dare al nuovo “amicio” di Gino, Greta si accorse che la sua caratteristica principale era quella di avere il pelo più chiaro degli altri, più “luminoso” e ricordandosi dei meravigliosi insetti della sera precedente, pensò che quello strano gatto così vanitoso si fosse fatto i “colpi di lucciola”.
Finalmente il terzetto era completo: Gino, Angelino e Luminoso. Chissà che successo con la gattine del quartiere!
Fine
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