'A 15 anni dipingevo come Raffaello, ho impiegato tutta la vita per imparare a dipingere come un bambino' (P. Picasso)

venerdì 26 agosto 2011

Il gufetto studioso

Erano le dieci e mezza quando Greta entrò in camera sua per andare a dormire.
Prima di addormentarsi la sua attenzione fu attratta da qualcosa che era apparso oltre la finestra, si era appoggiato sul filo della stesa e sembrava stesse osservandola. Greta si alzò dal letto per capire cosa fosse e guardando meglio al chiarore del lampione, si accorse che si trattava di un piccolo gufo, tutto grigio, che non distoglieva lo sguardo da lei.




Pensierosa, Greta tornò a coricarsi e piano piano si addormentò.
Poco dopo, con le sue ali silenziose, il gufetto entrò nei sogni di Greta ma non le fece paura, perché le sue intenzioni erano pacifiche. Con gli occhi chiusi lei lo vide che sbattendo l'ala destra, fece comparire una minuscola scrivania, alzando l'ala sinistra, creò una piccola lampada luminosa, e scuotendo entrambe le ali, un libro si aprì cadendo sul ripiano illuminato.
Greta non sapeva come trattenere le risate quando lo vide infilarsi sul becco un paio di occhiali da lettura, perché aveva paura di svegliarsi o di farlo volare via. Così rimase calma e poco dopo, quando i sogni ricominciarono a scorrere fra di loro, Greta si sentiva rassicurata da quella presenza amica.
Al mattino, faticoso risveglio, colazione, baruffa con la mamma, e poi a scuola.
Durante la mattinata si accorse di sapere benissimo la lezione che aveva studiato il giorno prima e improvvisamente si ricordò del gufetto misterioso che le aveva fatto visita. Tutta contenta, quel giorno passò il pomeriggio a giocare e si dimenticò di fare i compiti.

Venne la sera e Greta andò a controllare: il gufetto c'era!
Prima di addormentarsi sentì sul viso un soffio leggero di aria fresca e così accolse sorridendo il gufetto nei suoi sogni. Qualcosa però era cambiato rispetto alla notte precedente: comparvero magicamente la scrivania, la lampada, il libro si aprì ma il gufo non leggeva e continuava a guardarla. Greta si stupì ma poi i sogni cominciarono a scorrere fra di loro e la compagnia del gufo le fece lo stesso piacere della prima volta.
Il giorno dopo, a scuola, fu dispiaciuta di scoprire che non sapeva la lezione e così evitò di mettersi in mostra alzando la mano per rispondere alle domande della maestra.
Quello che era accaduto le diede da pensare e così, quel pomeriggio, decise di fare i compiti e di studiare la lezione.

Alla sera vide il gufetto, si addormentò, lo accolse nei suoi sogni e il gufetto le tenne compagnia per tutta la notte studiando il suo gran librone.
La mattinata successiva Greta fu brillante e la maestra si disse molto contenta di lei.
Tornata a casa dopo mangiato, le venne un gran sonno e decise di fare un pisolino. Quando cominciò a sognare vide il gufetto che …...dormiva appoggiato sul suo libro. Greta pensò che avendo studiato tutta la notte, a quell'ora del giorno, poverino, doveva essere stanco!

Capì anche che il gufo poteva solo suscitare i suoi ricordi ma non poteva suggerirle la lezione, se lei non la aveva studiata.

Prima di risvegliarsi dal suo pisolino volle fargli una carezza leggera perché si sentiva riconoscente.
Poi si svegliò, fece i compiti ed ebbe anche il tempo di giocare, ma non vedeva l'ora di rincontrare il suo compagno di sogni e …...di studi.


Fine




1 commento:

Anonimo ha detto...

magica!